In tanti lo chiamano “divorzio del sonno”, una espressione che lascia trasparire una lieve accezione negativa e sembra rimandare a delle difficoltà relazionali di coppia. In realtà, è sempre più frequente che due partner prendano la decisione di non dormire insieme nello stesso letto per salvaguardare la qualità del loro sonno, senza inficiare in alcun modo il rapporto sentimentale.
Ecco cosa ci racconta la storia
L’idea di condividere lo stesso letto risale al Medioevo, ma la motivazione era strettamente pratica: stare vicini per combattere il freddo. In particolare, i componenti delle famiglie meno abbienti, che vivevano in piccoli spazi, dormivano nella stessa stanza e letto, accanto a quella che era l’unica fonte di calore della casa. Non solo la coppia quindi, ma compresi figli o altri familiari (un vero e proprio co-sleeping).
Se facciamo un salto a ritroso nel tempo, scopriamo invece che nell’antica Roma il letto matrimoniale era utilizzato solo dagli sposi. Poi esistevano anche letti per dormire, per meditare e, addirittura, per mangiare.
In Inghilterra e negli Stati Uniti, nell’Ottocento, sono invece le coppie di ceto nobiliare e reale a sdoganare l’abitudine di dormire in stanze o letti distinti, dando manforte anche ai medici dell’epoca, come il newyorkese William Witty Hall che sosteneva fosse una scelta più salutare. È dal secondo dopoguerra in poi che, in tutti i ceti sociali, inizia a diffondersi l’idea che dormire in letti separati fosse il segno di una crisi sentimentale per le coppie.
Il sonno, prima di tutto
Dormire occupa un terzo delle nostre giornate ed è davvero importante che sia rigenerante. Noi di Dorelan lo sappiamo bene quanto un sonno di qualità incida sulle nostre giornate, e pensiamo che, per le coppie, dormire o meno in letti separati sia una scelta personale, che può essere preceduta da un periodo di prova per valutarne pro e contro. Molto spesso, infatti, il dormire in letti diversi è una scelta che si compie proprio per migliorare la qualità del riposo notturno. È il caso in cui uno dei due partner soffra di insonnia o russi, rischiando di mettere a dura prova il sonno dell’altro, oppure abbia orari di lavoro con turni notturni.
Non sottovalutiamo poi gli effetti positivi di un sonno rigenerante sul rapporto di coppia anche durante le ore diurne, evitando dei litigi, causati dal cattivo umore, dal nervosismo o dallo stress, e acuiti da una nottata difficoltosa. Ci sono numerose ricerche, come questa, che dimostrano che chi riposa bene di notte è anche più felice, è un miglior comunicatore, più empatico con gli altri e anche divertente, tutte qualità importanti nello sviluppare e portare avanti una relazione felice e di lunga durata. Il sonno diventa così un investimento a favore della salute di coppia.
Si tratta infine di una scelta che si può prendere anche a un certo punto di una relazione di coppia, perché è normale che, con il passare degli anni, le abitudini del sonno e anche le posizioni in cui si preferisce dormire possano cambiare, complicandosi magari a causa di alcuni problemi di salute o necessità diverse (come l’alzarsi spesso per andare in bagno e la differente percezione di caldo o freddo, un argomento a cui le donne in particolari sono molto sensibili, soprattutto durante la menopausa).
Un’alternativa interessante che arriva dal nord Europa
Per ovviare ad alcuni problemi, c’è anche un’altra soluzione, meno drastica: quella di condividere il letto ma non le coperte, come succede nei Paesi nordici, dove usare due piumini separati è una scelta frequente. Il fine è quello di evitare di litigare per le coperte, soprattutto per chi tende a muoversi molto nel sonno, e offre anche la possibilità a ogni partner di sceglierne la pesantezza ideale in base alle proprie esigenze.