Nella la Gen Z torna la priorità per la salute
Vivono attaccati ai social, ma sono i più attenti al sonno di qualità. Rispetto alle generazioni precedenti, come Gen X e Boomers, considerate le più “a corto di ore di sonno” della storia, la Generazione Z (nati tra la metà degli anni ’90 e il 2010) s’impegna per dormire meglio.
Lo fanno andando a letto prima di tutti, seguendo il fenomeno dell’early night, alzandosi presto per fare attività fisica e discutendo attivamente online sull’importanza del riposo.
Su TikTok, in particolare, spopolano trend come il “sleepmaxxing”, che condividono consigli sul sonno: dal magnesio ai mocktails (drink analcolici) fino al mouth taping, una tecnica per ridurre il russare. Non sorprende, quindi, che siano protagonisti nella creazione di una vera e propria community votata al buon riposo.
Una contraddizione? Solo apparente. I più giovani, proprio per il loro legame con il mondo digitale, sperimentano problematiche legate al sonno, come la difficoltà ad addormentarsi causata dalla luce blu dei dispositivi. Ma, al tempo stesso, hanno compreso quanto sia essenziale un riposo di qualità per il benessere generale. Dormire bene, per loro, è fondamentale per affrontare le giornate in modo produttivo, mantenere il buon umore e gestire lo stress e l’ansia.
Mentre per le generazioni precedenti lavorare fino a tarda notte era un segno di dedizione, la Gen Z ha ridefinito le priorità: i giovani pongono confini chiari per proteggere la loro salute mentale e prevenire il burnout.
Al buon sonno, insomma, non si rinuncia.
Ecco come la Gen Z si disconnette per dormire bene
Pur essendo digitalmente dipendenti, i giovani di oggi sono quelli che più di tutti cercano di limitare il tempo passato sui social. Secondo un sondaggio condotto da Express VPN, il 17% degli intervistati di questa fascia d’età dichiara di riuscire a limitare l’uso dei social quasi tutti i giorni, mentre il 29% afferma di riuscirci sempre, vincendo la FOMO (Fear of Missing Out). Questo è uno sforzo che Millennials e Gen X non sembrano voler fare.
Il minimalismo digitale della Gen Z si concretizza anche nell’uso di app per monitorare il tempo trascorso davanti agli schermi, nella definizione di orari per controllare i dispositivi e nell’organizzazione di veri e propri digital detox nei weekend. Questi momenti di disconnessione, spesso condivisi con amici, servono a “resettare” le abitudini tecnologiche e a ripensare il rapporto con la tecnologia.
Un altro approccio interessante è la creazione di “zone libere dalla tecnologia” in casa, praticata dal 22% degli intervistati. Questi spazi, dove smartphone e tablet sono off-limits, favoriscono relax e interazione personale, riducendo l’invasività degli schermi nella vita quotidiana.
La Gen Z ama i pisolini
Il sonnellino, per la Gen Z, è un diritto. A differenza delle generazioni precedenti, che lo consideravano una perdita di tempo o un segno di debolezza, i giovani lo vivono come un momento essenziale per il recupero. Tanto che i pisolini vengono praticati anche al lavoro. Non si tratta più solo di power nap per ricaricare le energie, ma di una vera e propria rivendicazione contro un approccio lavorativo troppo invadente.
Meditazione, suoni e natura: il loro segreto per dormire meglio
Meditazione, sound therapy, trattamenti ayurvedici e forest bathing sono tra le pratiche più amate dalla Generazione Z per promuovere il sonno di qualità. Strategie che confermano quanto questa generazione abbia interiorizzato il valore del riposo come elemento chiave del benessere personale.
La lezione della Generazione Z
Cresciuti su Internet, i giovani della Gen Z hanno saputo trasformare il loro rapporto con la tecnologia in modo intelligente, rendendo il sonno una priorità. Il loro approccio è un invito per le generazioni più adulte a seguire il loro esempio: disconnettersi, riposare e ritrovare il proprio equilibrio.







