Editoriale

Sonno e allergie

Sonno e allergie

Allergie e qualità del sonno: un legame sottovalutato

Le allergie respiratorie possono compromettere la qualità del sonno: ecco perché accade e come gestire al meglio i sintomi notturni.

Riniti allergiche, asma e congestione nasale non sono solo fastidi diurni: spesso diventano veri e propri ostacoli al riposo notturno. Le allergie respiratorie, infatti, possono compromettere in modo significativo la qualità del sonno, portando a frequenti risvegli, difficoltà nell’addormentarsi e sonno non ristoratore. Secondo MyPersonalTrainer.it, una scarsa qualità del riposo notturno può a sua volta aggravare i sintomi diurni, generando un circolo vizioso tra infiammazione, stanchezza e peggioramento della reattività immunitaria.

I disturbi del sonno più comuni legati alle allergie

Le persone che soffrono di allergie, in particolare quelle stagionali o alla polvere, spesso sperimentano una serie di disturbi notturni, tra cui:

  • Russamento e apnee ostruttive: l’ostruzione delle vie respiratorie superiori favorisce fenomeni come il russamento o, nei casi più gravi, la sindrome delle apnee notturne (OSAS).
  • Insonnia: il prurito nasale, gli starnuti e la congestione possono rendere difficile l’addormentamento e causare risvegli frequenti.
  • Sonnolenza diurna: la frammentazione del sonno notturno si traduce spesso in una scarsa vigilanza durante il giorno, con cali di attenzione e irritabilità.

Il ruolo degli antistaminici: amici o nemici del riposo?

Gli antistaminici sono tra i farmaci più utilizzati per ridurre i sintomi allergici, ma il loro effetto sul sonno può variare sensibilmente in base alla generazione del principio attivo.

  • Antistaminici di prima generazione (come difenidramina o clorfenamina): attraversano la barriera emato-encefalica e hanno effetti sedativi marcati. Possono favorire l’addormentamento ma alterare l’architettura del sonno, riducendo la qualità del sonno profondo e causando intorpidimento al risveglio.
  • Antistaminici di seconda generazione (come loratadina, cetirizina o fexofenadina): hanno un impatto più blando sul sistema nervoso centrale e risultano generalmente ben tollerati durante il giorno, ma possono comunque influire sulla qualità del sonno in alcuni soggetti più sensibili.

È importante quindi assumere questi farmaci su consiglio medico, valutando caso per caso l’orario di somministrazione e la tollerabilità individuale, specie se si presentano già difficoltà legate al sonno.

Strategie per dormire meglio in caso di allergie

Oltre alla terapia farmacologica, esistono alcune buone pratiche che possono ridurre l’impatto delle allergie sul sonno:

  • Ambiente notturno sano: arieggiare regolarmente la stanza, utilizzare coprimaterassi e federe antiacaro, lavare lenzuola e cuscini a temperature elevate.
  • Filtri e purificatori d’aria: possono aiutare a ridurre la presenza di allergeni nell’ambiente, soprattutto nei periodi di alta concentrazione di pollini.
  • Doccia serale e cambio d’abiti: utili per eliminare i pollini raccolti durante la giornata.
  • Sistema Letto: che contempla un buon materasso e un buon cuscino, traspiranti e anallergici, può fare la differenza per chi soffre di allergie.

Dormire bene è parte della terapia

Dormire bene è essenziale per rafforzare il sistema immunitario e migliorare la tolleranza ai sintomi allergici. Per questo motivo, la gestione delle allergie non dovrebbe limitarsi al trattamento dei sintomi, ma includere anche l’ottimizzazione delle condizioni ambientali e comportamentali legate al sonno.

Un riposo rigenerante, facilitato da un ambiente sano e da scelte consapevoli, può diventare il miglior alleato nella lotta contro le allergie.

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